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lunedì 24 giugno 2013

Esperienza estrema

A tanti di voi sicuramente è capitato di imbattervi in un video del genere: http://www.youtube.com/watch?v=DZW6CpYohk4 .
Video del genere possono lasciarvi due possibili alternative:
-Vi spaventano costringendovi a chiuderli con una qualche affermazione basita.
-Vi chiedete se la vostra vita sia realmente così movimentata come credete.
Gli sport estremi sono da sempre uno dei dilemmi più grandi dell'essere umano: cosa spinge una persona a rischiare la vita per un video di qualche secondo e una semplice scarica di adrenalina?
Io personalmente faccio MMA (Arti marziali miste). E' una disciplina alquanto violenta e "estrema" sotto certi aspetti, ma ben lontana da ciò che vedete in quel video.
Però metto in gioco la mia incolumità, la mia salute e il mio orgoglio verso qualcosa che, a occhio esterno, senso non ne ha.
Ebbene ora vi parlerò di questa motivazione che spinge chi vive queste cose in prima persona, a vincere la paura e superare ogni limite. Mi baserò su varie testimonianze lette qua e la e sulla mia esperienza nel ring.
L'essere umano ha paura di qualunque cosa rompa il suo equilibrio sia psicologico che di salute fisica: il perché è ovvio. A nessuno piace provare dolore, affrontare una qualche riabilitazione e soprattutto, a nessuno piace l'idea di morire. Credo. Spero!
Partiamo dal presupposto che la paura non manca MAI. Qualunque sia la tua disciplina, il tuo sport o la tua passione, se la tua incolumità è a rischio, il timore c'è.
Solo che non è abbastanza forte da impedirti di farlo.
Mentre sono di fronte all'avversario: non ha importanza chi è più grosso, non ha importanza chi è più alto, più esperto, più veloce, più bello o chi ha più amici a fare il tifo. Perde di importanza anche chi ti è venuto a vedere.
Siete solo voi due. Non c'è nemmeno un arbitro a dividervi.
Lo scopo non è prevalere sull'altro, ma prevalere su noi stessi. Io sono contro i miei limiti, contro le mie paure, contro i miei brutti ricordi, contro chi si è preso gioco di me in passato e contro chi nel presente mi sottovaluta. Sono contro il mio stress, contro la mia natura qualunque essa sia.
Il mio avversario è il mio limite e io devo superarlo. Devo vincere, per me. Non per un titolo, non per la gloria, non per il video. Per la pace interiore.
Se perdo? Non importa. Io vinco nel momento in cui scendo in campo e metto tutto me stesso, vinco nel momento in cui do l'anima ad ogni round, vinco ogni volta in cui assesto un colpo ben fatto e vinco ancora di più quando ne prendo uno più forte ma non cado.
Il paracadutista ha una scarica di adrenalina tale, da lasciarlo poi sveglio fino a notte fonda. Il motivo è semplice: c'è chi si chiede qual'è il senso della vita, e chi semplicemente cerca di capirne il valore così da farne risplendere la fiamma.
"Quando hai paura di morire, vuol dire che hai ancora qualcosa da perdere".
In quell'istante, la vita ha un valore che in qualunque altro istante non potrebbe mai.
In quell'esatto momento, ti senti vivo come mai prima d'ora.
Ci sono vari modi per sentirsi vivo, lo so bene. Non per forza bisogna rischiare la pelle: ma quella sensazione è una cosa completamente a parte e anche ora che cerco di descriverla, mi rendo conto di quanto non sia possibile parlarne a fondo.
Rispetto tantissimo chi ha il coraggio di superare i propri limiti: qualunque essi siano.
Nel lavoro, nella famiglia, nello sport.
Buttatevi in qualunque situazione, male che vada curerete un bernoccolo che si trasformerà in risate di fronte a una birra con gli amici.
Ora mi vado a buttare dal terrazzo, no scherzo.
Alla prossima



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