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giovedì 20 giugno 2013

Qualcosa di strano

L'uomo è attratto dall'ignoto.
Il problema è che ne è anche spaventato.
Il dubbio è il principale nemico della ragione poiché non è spiegabile, identificabile e soprattutto definibile.
L'essere umano ha bisogno di definizioni riguardo qualunque cosa: deve conoscere così da poter controllare. Se non può controllare, si sente minacciato.
Se si sente minacciato, ha paura.
Alcuni definiscono la religione come una spiegazione a domande prive di risposta, altri usano il Fato per giustificare varie situazioni. Altri ancora si affidano alla fisica o alla fortuna, e infine, meno numerosi, ci sono quelli che sanno di non poterlo sapere, e lo accettano.
La verità è dunque qualcosa di soggettivo che non va né criticata né tanto meno beffeggiata dal momento in cui la mia credenza vale esattamente quanto la tua.
Per quanto ne sappiamo noi, ora potremmo anche essere dentro un sogno quando il nostro vero Io è un corpo in coma in chissà quale pianeta.
Voi dimostratemi che è impossibile, e io mi inchinerò.
Perché sono così sicuro? Perché anche la scienza stessa reputa tutto possibile ergo non mi inginocchierò mai.
Sapete: alla tesi di maturità chiesi ai professori: "E se i sogni fossero reali?"
In quel momento rischiai l'anno scolastico ma poi una simpatica signora della commissione mi fece: "In che senso reali? I sogni sono frutto della nostra immaginazione"
Una volta ripreso colore a causa della paura dell'imminente bocciatura, continuai: "E chi glie lo conferma? Solo perché sono frutto della nostra mente, vuol dire che devono essere necessariamente finti?"
Dopo interminabili secondi dell'ennesimo silenzio da bocciatura, mi chiesero di spiegare.
Freud sosteneva che i sogni sono la via regale verso l'inconscio.
Quando mi addormento, entro in un mondo che all'apparenza non mi appartiene, in realtà è completamente dentro me. Ogni sorta di figura umana, animale, ogni oggetto, luogo e ogni vicenda, è ricollegabile a qualcosa della mia realtà di ogni giorno.
Diffidate dai libri che vi ubriacano con frasi tipo "Un muro vuol dire morte". Sono stronzate.
Ogni interpretazione è puramente soggettiva e, citando ancora Freud, a volte un sigaro è solo un sigaro.
Io all'esame, dopo una intro del genere, introdussi però ciò che tutt'ora sostengo.
Io sostengo il dubbio: possiamo dubitare di qualunque cosa, tranne che del dubbio stesso.
Quando mi abbandono alla vita onirica, entro a far parte di una nuova realtà che ci prende anche i sensi.
Delle volte in un sogno abbiamo paura, delle volte piangiamo, delle volte ci affezioniamo, delle volte addirittura ci svegliamo tristi perché vorremmo tornare in quell'ambiente.
Posso sognare me stesso che parlo inglese e cazzo, lo parlo bene!
Posso sognare me stesso leggero come una piuma libero sopra un'aquilone in cielo.
Posso sognare me stesso mentre dormo, mentre mangio, mentre grido, mentre interagisco con persone.
Ma se i sensi sono nel sogno con me, se io in quel momento VIVO quella realtà, se io quando poi mi sveglio lascio una parte di me e dei miei ricordi la dentro: con quale coraggio lo definisco falso?
I sogni sono reali, per quanto ne sappiamo, tanto quanto la realtà stessa.
Il fatto che non possiamo ricordali alla perfezione non fa che rafforzare questa idea.
Noi sogniamo ogni notte per tutta la durata del sonno, nonostante poi ci ricordiamo minime parti o niente.
Ora vi chiedo: e se fosse l'accesso a un'altra realtà?

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